Inventiva, arte, attenzione al più piccolo particolare: il Mosaico racconta una “storia diversa” della rappresentazione da millenni.

Riconoscere la bellezza in ogni singolo dettaglio.


La necessità di raffigurare scene di vita e di decorare nasce insieme all’uomo ed alla sua innata capacità di comunicare, alla sua voglia di descrivere e fermare attimi nel tempo. La pittura è la prima, più istintiva forma di rappresentazione ma il mosaico ha una storia altrettanto millenaria.

Nascono come tecnica decorativa per cortili, palazzi ed edifici probabilmente per motivi “pratici”: più robusti e semplici da mantenere sotto le intemperie. Dapprima con superfici monocrome e sucessivamente con un intento estetico e decorativo: motivi geometrici e successivamente figure rappresentanti scene di caccia o vita quotidiana.

 


Da tecnica di rappresentazione di figure semplici diventa un vero e proprio mezzo espressivo come ad esempio testimoniano i mosaici di Pella in cui a momenti della quotidianità (scene di caccia o di vita quotidiana) si affianca la narrazione di gesta di Alessandro Magno, uno dei più grandi condottieri del Mondo Antico. Non solo quindi decorazione ma importante mezzo di comunicazione ed esaltazione del bello. Siamo interno al IV secolo a.C. e tale tecnica rappresentativa diventa sempre più importante e diffusa, tanto da diventare la tecnica di rappresentazione per eccellenza per le Domus Romane.

Dapprima pavimentazioni in “opus tessellatum” e successivamente rivestimenti di pareti: intorno al  I secolo d.C. le decorazioni si fanno complesse e suggestive inserendo anche materiali pregiati e sempre diversi tali da creare effetti luminosi di innata bellezza, diventando simbolo di ricchezza, opulenza e narrazione.

Ancora oggi i mosaici oltre a mostrarsi in tutto il loro splendore raccontano lo stile di vita di quella civiltà raccontando scene di caccia, quotidianità, mondanità e narrazioni divine assurgendo quindi non a semplici decorazioni ma ad importantissime testimonianze storiche.


Da tecnica musiva a simbolo della Cristianità.

Tutto il mondo occidentale è pervaso dalla tecnica musiva, tanto da diventare il mezzo comunicativo della Cristianità: le basiliche cristiane prendono luce da questa tecnica che cambia, “vive” a seconda di come viene colpita dai raggi del sole e questa pecurialità ben si sposa con gli ideali di questa Religione.

Roma, Ravenna, Bisanzio, Aquileia: ognuna delle grandi città sedi dei più importanti templi cristiani sono ornati da splendidi mosaici che hanno definitivamente accantonato la mera fine decorativa per una ben più alta e complessa finalità evocativa.


E’ però con l’arte Bizantina tra il V ed il VI secolo d.C. che il Mosaico ha il suo massimo splendore: una civiltà che cerca la spiritualità in ogni gesto e raprpesentazione, quasi a voler rimarcare la “distanza” tra la vita di tutti i giorni e la spiritualità dell’aldià.

Immagini statiche e solenni, linee tese e corpi lineari. Il tutto amplificato dall’uso del fondo oro che dà una luminosità peculiare e impossibile da riprodurre su tela.


Tessere studiate in dettaglio sin da prima della posa: forma, dimensione, sfumatura di colore nonchè studio di come queste tessere devono poi essere poste sul piano di posa: riflessi difficili da immaginare se non di fronte all’opera,  luci che variano al variare delle ore e delle giornate. Una “magia” che il mosaico e le sue microscopiche ma importantissime “tessere” rendono unica ad ogni visitatore.

Successivamente la tecnica verrà utilizzata dai grandi maestri come Verrocchio, Tiziano o Tintoretto ma la fine della cultura Bizantina fa venir meno la forza comunicativa di questa precisa arrte che torna ad avere fini più decorativi e secondari rispetto alla pittura che dal Rinascimento in poi avrà il suo momento più alto nella storia dell’Arte Classica.


Il Novecento: bentornato mosaico.

Klimt e Gaudì non erano semplici artisti ma innovatori: riscoprono la forza espressiva che aveva reso il mosaico tanto famoso ed espressivamente potente nell’antichità e lo fanno proprio reinterpretandolo con la modernità.

Basta pensare alle tantissime opere di Gaudì a Barcellone come la Sagrada Familia ed il Parco Guell o al Palazzo Stoclet di Klimt a Bruxelles.

Non semplici riproposizioni ma nuove tecniche e soluzioni compositive che guardano al futuro prendendo a piene mani dall’insegnamento del passato.


In Italia sin dagli anni 30 il mosaico torna prepotentemente ad affermarsi come tecnica espressiva: inizialmente grazie a Mario Sironi e Gino Severini. Saint Pierre a Friburgo, la facciata delle Poste di Alessandria, La Giustizia fra la Legge e la Forza a Milano per l’aula della Corte d’Assise del Palazzo di Giustizia sono solo alcuni degli esempi della rinata attenzione per il mosaico.

Non solo artisti ma anche teorici: la tradizione Bizantina viene fatta propria e allo stesso tempo viene coniugata col presente in un doppio filo conduttore che passa dalla funzionalità architettonica e il dialogo con il presente, dalla attenzione al dettaglio alla necessità di fare proprio l’insegnamento dell’antichità dal lato tecnico senza sfociare nel decorativismo fine a sè stesso.

Non solo tecnica ma passione e spinta propulsiva a conoscere nel profondo la tecnica, farla propria e farla diventare poi “altro”.

 


Quando la tradizione diventa innovazione: il mosaico industriale

La contemporaneità ha riscoperto ed approfondito un aspetto che nell’antichità e con la riscoperta dl mosaico meritava di essere valorizzato: il rapporto tra il mosaico e l’architettura.

La contemporaneità è anche espressione della produzione in serie, della produzione industriale e della facilità di riproduzione.

Il mosaico diventa un nuovo mezzo espressivo che predilige la grande dimensione, le combinazioni nascono da combinazioni di tessere o superfici pre-tagliate quasi a creare un nuovo linguaggio.


La produzione industriale crea un nuovo linguaggio che però parte sempre dalla “particella unitaria” per creare nuove composizione, nuove idee, nuovi stili.

La produzione artistica ed artigianale si affianca ad una sperimentazione in fatto di nuovi materiale e nuovi linguaggi, fatta di tecnica e tecnologia.

Innovazione, tradizione, artigianalità, ricerca del dettaglio: valori che portiamo ogni giorno anche nel nostro lavoro.

 


fonte: Il Mosaico – storia di una tecnica

 

YourNextDesign: l’arte del dettaglio, il mosaico ultima modifica: 2018-09-21T10:21:33+02:00 da clast-srl-2016-web